Chasmal Fear – Recensione

Chasmal Fear – Recensione

by Leviathan
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In un genere dove l’orrore spesso si consuma tra i corridoi bui di strutture abbandonate, Chasmal Fear, sviluppato dal duo indipendente MystiveDev, riesce a ritagliarsi uno spazio tutto suo. Ambientato in una base sottomarina ormai priva di vita, il titolo si presenta come un survival horror moderno e letale, che fonde immersione cinematografica, tensione costante e decisioni pesanti con un’anima indie visibilmente forgiata con passione e attenzione.

Una discesa nell’ignoto

L’avventura prende forma all’interno della Magnus, una stazione scientifica subacquea immersa nelle profondità dell’oceano. Non c’è luce del sole a rischiarare i tuoi passi, né voci amiche a rompere il silenzio: solo l’eco dei tuoi movimenti e il respiro trattenuto quando dietro una porta si cela qualcosa che non dovrebbe esistere.

La narrazione non è lineare e non ti prende per mano: si costruisce pezzo dopo pezzo, attraverso registrazioni, documenti dimenticati e dettagli ambientali. È un tipo di storytelling che richiede attenzione e pazienza, ma che premia chi sa osservare. Non ci sono mostri da sparare in sequenza, bensì un mistero da svelare, uno strato alla volta, mentre l’ansia cresce in parallelo.

Corpo, mente e paura

Uno degli aspetti più distintivi di Chasmal Fear è la scelta della visuale in stile bodycam: una telecamera che simula una prospettiva reale, traballante, opprimente. Non è solo un effetto visivo: è un veicolo di tensione. Ogni angolo cieco, ogni spostamento incerto, ogni rumore fuori campo è amplificato dalla sensazione di esserci davvero, con il cuore in gola e le mani pronte a stringere il fucile… se hai ancora munizioni.

La gestione delle risorse è uno dei perni del gameplay. Non esistono scelte facili: ogni colpo sparato è una possibilità in meno di sopravvivere, e ogni ferita subita può essere fatale. Questo approccio rende l’esperienza autenticamente survival. Non solo: i nemici mutano, si evolvono. Ucciderli potrebbe non essere sufficiente, o addirittura controproducente. Alcuni si rialzano, più forti e imprevedibili. L’orrore, qui, non finisce con un headshot.

Scelte, percorsi e caos controllato

La progressione è guidata da una serie di bivi e scelte che influenzano il percorso: il giocatore può affrontare situazioni con approcci più silenziosi o più diretti, aprendo strade diverse e accedendo a contenuti variabili. In aggiunta, la componente randomica – eventi imprevedibili, comportamenti mutati dei nemici, modifiche ambientali – fa sì che ogni partita sia leggermente diversa, spingendo alla rigiocabilità.

Il titolo può essere affrontato anche in compagnia, grazie a una modalità cooperativa che mantiene intatta la tensione. La difficoltà si adatta alla presenza di altri giocatori, e la cooperazione diventa una necessità, non un semplice bonus. Tuttavia, anche in co-op, il senso di isolamento non scompare mai completamente. La Magnus è ostile, viva, famelica. Ti inghiotte anche in due.

Un mondo sommerso ben realizzato

Dal punto di vista visivo, Chasmal Fear mostra l’ambizione di chi, con poche risorse, sa usarle nel modo giusto. Grazie all’Unreal Engine 5, la stazione è resa con dettagli minuziosi: tubature arrugginite, camere inondate, luci intermittenti che sembrano pulsare come un cuore stanco. L’atmosfera è palpabile, e anche senza una grafica tripla A, il gioco riesce a trasmettere una tensione concreta e persistente.

Il sonoro è altrettanto efficace: i rumori ambientali sono fondamentali nel gameplay e nella narrazione. I passi lontani, il metallo che scricchiola, i sussurri che non dovrebbero esserci: ogni suono contribuisce a costruire un mondo vivo… e morente.

Un esperimento coraggioso

Nonostante qualche incertezza – come una certa ripetitività in alcuni momenti e un bestiario che potrebbe espandersi – Chasmal Fear riesce a emergere come un survival horror valido e coraggioso. Le sue meccaniche ben congegnate, la forte identità visiva e sonora, e il rispetto per il giocatore lo rendono un’esperienza da provare, soprattutto per chi cerca qualcosa di più tattico e meno mainstream nel genere.

Conclusioni

MystiveDev ha dato vita a un gioco che trasuda passione e volontà. Chasmal Fear non reinventa l’horror, ma lo rispetta, lo ascolta, e poi lo declina in una chiave personale, oscura e sfidante. È un titolo che chiede al giocatore di fidarsi dei propri nervi, di pensare prima di agire e, soprattutto, di non fidarsi mai del silenzio.

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