Revenge of the Savage Planet – Recensione

Revenge of the Savage Planet – Recensione

by Leviathan
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Revenge of the Savage Planet è il ritorno irriverente dell’universo folle creato da Raccoon Logic, sequel diretto del brillante Journey to the Savage Planet. Questo nuovo capitolo non si limita a riproporre quanto già visto, ma rilancia con coraggio: cambia la prospettiva, amplia il mondo e affina la critica sociale mascherata da avventura sci-fi. Il risultato? Un’esperienza bizzarra, a tratti geniale, capace di divertire e far riflettere.

Un salto di prospettiva: dalla prima alla terza persona

Uno degli elementi più rilevanti di Revenge of the Savage Planet è il passaggio dalla visuale in prima persona alla terza persona. Questa scelta, apparentemente solo tecnica, ha in realtà implicazioni profonde: migliora il platforming, rende più leggibili i combattimenti e, soprattutto, accentua l’identità del protagonista, che ora appare come un piccolo esploratore spaziale goffo e fuori posto in un mondo incredibilmente ostile.

Il nuovo punto di vista esalta la verticalità e la varietà degli ambienti, incentivando una curiosità quasi compulsiva nell’esplorazione. I quattro pianeti disponibili non sono vastissimi, ma sono pieni di dettagli, misteri ambientali, passaggi segreti e risorse da raccogliere. Ogni area è progettata per essere esplorata più volte, man mano che si sbloccano nuovi gadget o abilità che permettono di accedere a zone prima inaccessibili. Il level design, pur lineare nella struttura generale, offre una soddisfacente sensazione di scoperta.

Una satira ancora più acida (e necessaria)

Il cuore di Revenge of the Savage Planet rimane la sua vena satirica. Il gioco mette ancora una volta sotto la lente di ingrandimento l’avidità delle corporazioni, il marketing iperbolico e l’assurdità delle economie spaziali future. Lo fa con un’ironia tagliente e sopra le righe, attraverso spot pubblicitari finti, messaggi motivazionali deliranti e robot-impiegati che sembrano usciti da un incubo kafkiano.

La narrazione non è mai lineare né troppo invadente, ma si dipana attraverso ambientazioni, registrazioni audio e interazioni ambientali. Non mancano momenti di autentico umorismo nero, né riflessioni implicite sul ruolo dell’essere umano in un sistema capitalista iper-alienante. È un gioco che fa ridere, ma che sa anche colpire sotto la superficie.

Combattimento leggero, ma divertente

Sul fronte del gameplay, Revenge of the Savage Planet non reinventa la ruota, ma arricchisce le sue meccaniche con nuove armi, strumenti e possibilità di approccio. Il combat system non è tecnico come quello di un action hardcore, ma si fa apprezzare per la varietà e l’imprevedibilità: i nemici hanno design esilaranti e bizzarri pattern d’attacco, mentre le armi – spesso assurde – permettono di sperimentare soluzioni fantasiose.

Interessanti anche i gadget secondari, come esche che attirano i nemici, esplosivi ecologici, rampini o jetpack che rendono la navigazione più fluida e dinamica. Il gioco non punta sulla difficoltà, ma sulla varietà, e riesce in questo senso a mantenere vivo l’interesse per tutta la durata della campagna.

Multiplayer e cooperativa: caos condiviso

Il titolo permette di affrontare l’intera avventura in modalità cooperativa, sia online che in locale, rendendo l’esperienza ancora più frenetica e divertente. Le interazioni tra giocatori, però, non sono solo una questione di gameplay: anche qui emerge la vena satirica, con azioni cooperative che diventano spesso involontariamente (o volutamente) distruttive, ironizzando sull’individualismo esasperato persino nelle situazioni di sopravvivenza.

Va detto, però, che la modalità co-op soffre ancora di alcune limitazioni tecniche: la progressione è legata all’host, e i giocatori devono rimanere nello stesso mondo, limitando in parte la libertà esplorativa che il titolo offre in single player.

Comparto tecnico e artistico: una giungla di colori e follia

Graficamente, Revenge of the Savage Planet si distingue per un’estetica volutamente iper-satura, quasi psichedelica, che contrasta volutamente con la desolazione del contesto. La direzione artistica è eccellente: creature, piante, strutture aliene – tutto sembra disegnato da un team di scienziati pazzi con la passione per il surrealismo.

Il gioco si comporta bene su tutte le piattaforme, con caricamenti rapidi, animazioni fluide e pochi bug. Il comparto audio accompagna degnamente l’esperienza: effetti sonori cartooneschi, musiche elettroniche con tocchi esotici e un doppiaggio volutamente esagerato completano il quadro.

Conclusione – Un ritorno folle, brillante e fuori dagli schemi

Revenge of the Savage Planet è un’esperienza unica, che riesce a prendere in giro i videogiochi, il capitalismo, la colonizzazione spaziale e perfino il giocatore stesso, senza mai diventare noioso o eccessivamente predicatorio. Con un design intelligente, un umorismo pungente e una struttura ludica accessibile ma sfaccettata, il titolo si impone come uno dei giochi più sorprendenti e divertenti dell’anno.

Non è perfetto: il combattimento potrebbe essere più rifinito e alcune limitazioni della co-op sono evidenti. Ma ciò che offre, lo fa con stile, audacia e tanta personalità.

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