Nel vasto mare di produzioni indipendenti che cercano di distinguersi con idee eccentriche, Mostroscopy emerge come un titolo tanto peculiare quanto affascinante. Sviluppato da Oribe Ware Games, questo picchiaduro 2D si presenta come una vera e propria lettera d’amore ai film horror messicani degli anni ’50, mischiando atmosfere gotiche, maschere da luchador e una spiccata estetica da pellicola consumata. Ma dietro al suo stile vintage si nasconde un’esperienza che sa essere più solida di quanto ci si aspetti da un gioco che, a prima vista, potrebbe sembrare solo un esperimento stilistico.
Gameplay: Essenziale ma Consapevole
Il sistema di combattimento di Mostroscopy si fonda su pochi elementi, ma ben integrati. Ogni lottatore ha accesso a una rosa di mosse basilari, alcune combo e una tecnica speciale legata alla sua trasformazione nella cosiddetta Monstro Mode, che aumenta temporaneamente potenza e velocità. Non si tratta di un titolo dalla profondità tecnica paragonabile a giganti del genere come Guilty Gear o Street Fighter, ma nemmeno di un semplice “button masher”.

La semplicità del sistema, infatti, nasconde un certo grado di strategia. I tempi di esecuzione, la gestione delle distanze e il tempismo delle trasformazioni possono fare la differenza tra la vittoria e una sconfitta spettacolare. Il tutto è reso più interessante dal design unico dei personaggi: ognuno di loro è ispirato a figure archetipiche del cinema horror, con animazioni espressive e moveset coerenti con la propria identità visiva.
Contenuti e Modalità: Un Piccolo Mondo da Scoprire
Pur trattandosi di un titolo dal budget contenuto, Mostroscopy offre un pacchetto sorprendentemente ricco. Le modalità presenti includono:
- Arcade Mode: il cuore del gioco, con una sequenza di battaglie e finali unici per ogni personaggio.
- Versus Locale: sfide couch multiplayer, perfette per una serata a tema retro.
- Online PvP: stanze personalizzabili e matchmaking per affrontare altri giocatori.
- Challenge Mode: esercizi specifici per migliorare la padronanza dei personaggi.
- Allenamento Libero: uno spazio senza limiti per studiare ogni singolo frame delle mosse.
Un’aggiunta davvero particolare è la modalità anaglifa 3D, che, con gli occhiali adatti, trasforma lo schermo in una pellicola tridimensionale d’altri tempi — una chicca per i nostalgici del cinema d’exploitation.
Direzione Artistica: Una Perla per Esteti del Bizzarro
Il vero punto di forza di Mostroscopy è la sua direzione artistica. I fondali in bianco e nero, la grana della pellicola, le animazioni in stile marionettistico e le transizioni a effetto graffio contribuiscono a immergere il giocatore in una dimensione visiva tanto affascinante quanto volutamente disturbante.

Tutto sembra tratto da un film di El Santo o da una VHS ritrovata per caso in una videoteca degli anni ’80. Persino i menu e le schermate di caricamento sembrano essere stati progettati per sembrare un po’ rovinati, come se fossero incisi sulla pellicola stessa.
Audio: Colonna Sonora e Sound Design da B-Movie
La colonna sonora, composta da brani orchestrali con echi sinistri, riff di chitarra surf e arrangiamenti jazzati, accompagna perfettamente l’azione. Ogni traccia sembra pensata per una scena diversa di un film horror di serie B, ed è proprio questa consapevolezza stilistica a rendere Mostroscopy così particolare.
Anche il sound design contribuisce alla riuscita del titolo, con colpi che suonano impattanti, urla esagerate e risate grottesche che fanno sorridere quanto inquietare.
Punti Critici: Retro, ma non Sempre in Senso Positivo
Nonostante l’indubbio fascino, Mostroscopy non è esente da difetti. Il sistema di controllo, per quanto accessibile, manca della reattività tipica dei picchiaduro più rodati, e alcuni comandi sembrano rispondere con un leggero ritardo. Inoltre, i filtri visivi, sebbene centrali nell’estetica del gioco, non possono essere disattivati, e ciò potrebbe infastidire chi cerca un’esperienza più pulita o meno invasiva visivamente.

A livello di contenuti, il numero dei personaggi giocabili è discreto, ma alcuni giocatori potrebbero desiderarne di più, soprattutto in vista della rigiocabilità in modalità versus e online.
Conclusione: Un Cult in Potenza
Mostroscopy è un gioco per intenditori. È un titolo che non cerca di piacere a tutti, ma che si rivolge con sicurezza a una nicchia precisa: quella di chi ama i film horror dimenticati, i wrestling in bianco e nero, e i giochi che trasudano personalità. La sua identità visiva e sonora è così marcata da renderlo immediatamente riconoscibile.
Chi cerca un picchiaduro profondo e competitivo troverà dei limiti. Ma chi è disposto ad accettarne le stranezze, verrà ripagato con un’esperienza unica e fuori dagli schemi, capace di trasformare ogni partita in un piccolo spettacolo cinematografico.