Rally Arcade Classics – Recensione

Rally Arcade Classics – Recensione

by Shalashaska
6 minutes leggi

Rally Arcade Classics è uno di quei progetti che dichiarano amore alla stagione d’oro dei rally arcade (anni ’90–inizio 2000) senza però limitarsi alla nostalgia da cartolina. Dietro la facciata “pick-up & play” si nasconde infatti un loop di gioco sorprendentemente metodico, che chiede costanza, affina la mano sul drift e scandisce l’avanzamento con una progressione a licenze, stelle e coppe. Il pacchetto si presenta muscoloso: circa quattro dozzine di auto storiche non licenziate e decine di sezioni raggruppate in quattro location (Finlandia, Catalogna, Grecia e Montecarlo), con meteo e fasce orarie selezionabili. Rispetto al day-one, il numero esatto di vetture varia tra quanto riportato su Steam (44 auto) e gli elenchi aggiornati del sito ufficiale (che oggi parlano di 46 tra versioni “stock” e preparate): segno che il team continua a ritoccare e ampliare la flotta.

Struttura e modalità: 5 modi di “masticare” il rally

L’ossatura è chiarissima e, soprattutto, coerente con l’intento dichiarato: impari giocando e giochi per migliorare il tempo. Le cinque modalità coprono esigenze diverse:

  • Tour – una sequenza di prove con obiettivi vari (time attack, drift, 1v1, 5v1) che ti spinge a collezionare crediti, coppe e stelle. È il cuore della progressione “a cascata”.
  • Arcade – 16 sfide “toste” su 4 piste contro un gruppo di avversari: ritmo alto, margine d’errore basso, gusto da sala giochi.
  • Rally – il formato “classico”: scegli un Paese, l’auto e la difficoltà, e ti giochi il campionato con meteo e condizioni casuali.
  • Chrono – la “palestra”: imposti Paese, tracciato, ora del giorno e clima per lavorare sulle linee e sul ritmo.
  • Eventi online – appuntamenti settimanali/mensili con condizioni uguali per tutti e classifiche globali, che danno longevità senza introdurre il multiplayer in tempo reale.

Questa impostazione ha due conseguenze pratiche. La prima: la curva di apprendimento è tangibile; le prove a frammenti (licenze e mini-sfide) ti “educano” alle traiettorie e a un uso del freno che non è mai binario. La seconda: la ripetitività può affiorare quando la caccia al tempo “perfetto” diventa routine di grinding per sbloccare il contenuto successivo; qui è buona norma alternare Tour, Rally ed Eventi per spezzare il ritmo.

Modello di guida: sim-cade più di quanto dica il titolo

Il nome promette “arcade”, ma il feeling è più sim-cade: sterzo leggero, fisica permissiva quanto basta, drift controllato come strumento centrale per chiudere i tornanti senza morire di sottosterzo. Sbilanciarsi di brutto si paga (soprattutto su ghiaccio e neve), ma il gioco ti offre sempre un corridoio di recupero. Chi arriva da WRC o da Richard Burns Rally lo percepirà come “morbido”; chi viene da Sega Rally o V-Rally ritroverà quell’inerzia “elastica” che rende divertente far scodare l’auto senza cadere nel caos. Anche alcune recensioni hanno sottolineato questo paradosso interessante: non è “arcadey” quanto sembri in superficie, ma resta accessibile per brevi sessioni, specie se affrontato a “morsi” da pochi minuti.

Il design dei tracciati spinge a leggere il terreno più che a memorizzare al millimetro: passaggi stretti tra alberi in Finlandia, pietraie e canaloni in Grecia, “lastre” di ghiaccio a Montecarlo. L’IA non è una peste biblica, ma nelle sfide a pacchetto obbliga a precisione: tagli mal gestiti o drift troppo ampi mandano in fumo il tempo d’oro per pochi decimi.

Progressione e sblocco: la corona delle licenze

La progressione è il vero “motore di longevità”. Sblocchi auto e prove accumulando stelle (prestazioni) e crediti (economia). Le licenze fungono da “cancelli” tecnici: piccoli esami che insegnano un gesto alla volta (staccata, gestione dell’imbardata, uscita pulita di curva) e ti permettono di salire di categoria. È un’idea “Gran Turismo-like” filtrata in salsa rally, che allo stesso tempo educa e allunga parecchio il calendario. È proprio qui che qualcuno percepirà la ripetitività: non tanto per mancanza di modalità, quanto per come il gioco ti chiede di macinare prove per perfezionare un’abilità.

Contenuti e varietà: dove il retro incontra la costanza

Sul piano quantitativo, il pacchetto è notevole: 44–46 auto (tra versioni standard e “R”) distribuite per trazione (AWD, FWD, RWD) e 48 sezioni totali, con meteo (asciutto, pioggia, neve) e fasce orarie (alba, mezzogiorno, tramonto, notte) che cambiano il “tone” del tracciato. L’assenza di licenze vere e proprie non pesa troppo: le sagome sono riconoscibili, le livree pulite. Avrei gradito maggiore personalizzazione estetica (numeri gara, pattern “anni ’90”, sponsor fittizi); qui il gioco è più sobrio del dovuto.

Sul fronte online, chiarissimo l’obiettivo: classifiche e eventi condivisi, non gare in simultanea. Funziona? Sì, perché alimenta il “just one more run” e riduce i tempi morti; no, se sogni lobby piene, sportellate e ghost racing asimmetrico robusto. Anche in ambito console, diversi outlet confermano che l’online è limitato a leaderboard ed eventi, senza un PvP in tempo reale.

Qualità tecnica: stabile su console, capriccioso su portatili

Graficamente Rally Arcade Classics non punta alla fotorealità: palette pulita, UI essenziale, buoni effetti meteo. Su PC fissi e su console il frame-rate si mantiene generalmente solido; su portatili/handheld (e in alcune configurazioni PC meno muscolose) si notano talvolta oscillazioni soprattutto quando si spinge l’illuminazione o si forza la risoluzione. In compenso, i tempi di caricamento sono rapidi e la leggibilità della strada è sempre buona. Se giochi su Linux/Steam Deck, il titolo è indicato come Steam Deck Verified; c’è perfino una build nativa che però, secondo alcune testate, è stata pensata più per Deck che per desktop tradizionali.

L’audio fa il suo dovere: il co-driver scandisce le note con puntualità e il mix tiene alto il senso di velocità. Meno riuscito il timbro dei motori, a volte generico e privo di quelle “scoppiettate” e di quel freno-motore che fanno vibrare le viscere. In cuffia, comunque, l’effetto “galoppo su ghiaia” arriva.

Piattaforme, stato attuale e aggiornamenti

Nato su PC nel settembre 2024, il gioco è oggi disponibile anche su PS5 e Nintendo Switch, con il team che continua a pubblicare update qualitativi e contenutistici. Al momento della scrittura è stato annunciato un aggiornamento denominato “Precision & Chase” (con rollout fissato a settembre), che dovrebbe aggiungere varianti e rifiniture al model di guida e agli eventi—un segnale che il supporto post-lancio non è solo manutenzione.

Per chi è (davvero) questo gioco

  • Se ami l’arcade dal gusto PS1/PS2 ma con una dose di disciplina, qui trovi pane per i tuoi denti: la fisica perdona il giusto, il drift è una lingua che impari “su strada”, e la struttura a segmenti trasforma ogni serata in una manciata di tentativi cronometrici.
  • Se cerchi un “sim puro” con telemetrie, danni complessi e gestione avanzata del setup, probabilmente resterai a metà: Rally Arcade Classics si ferma un passo prima della simulazione vera, consapevolmente.
  • Se vuoi multiplayer diretto, oggi non è questo il posto: il focus è sulla competizione asincrona via leaderboard/eventi.

Verdetto

Rally Arcade Classics riesce nell’impresa di recuperare l’istinto arcade e incanalarlo in una struttura didattica e progressiva. Non è un colosso tecnico, ma è pulito, leggibile e, soprattutto, onesto: ti dice “batti il tempo”, e tutto il resto—modalità, licenze, eventi—è costruito per farti tornare in pista a limare decimi. Se ti diverte il rito di perfezionare una curva alla volta, troverai un compagno di lunga durata. Se invece cerchi il “week-end warrior” con lobby online e spettacolo audiovisivo sopra le righe, potresti sentirti sazio dopo qualche campionato.

You may also like

Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza. Presumiamo che tu sia d'accordo, ma puoi disattivarli se lo desideri. Accetta Leggi altro