Bygone Dreams non è semplicemente un videogioco: è una discesa nel subconscio, una favola gotica e un’odissea mitologica mescolata in una formula action-RPG con anima indie. Sviluppato da Prime Time e pubblicato da GrabTheGames, il titolo si propone come una delle esperienze più suggestive dell’anno, capace di evocare atmosfere fiabesche e incubi simbolici, al confine tra sogno e rovina.
Un mondo tra mito e inconscio
Ambientato nel regno onirico di Lume, Bygone Dreams ci mette nei panni di Wa, uno spirito evocato per impedire che il mondo cada completamente sotto il giogo del “Nightmare”, un’entità oscura che corrompe la materia stessa dei sogni. Ispirato al folklore slavo e ai racconti popolari balcanici, il gioco riesce a coniugare uno stile visivo visionario con architetture e creature che sembrano uscite da un libro illustrato dimenticato in una biblioteca arcana.
Le ambientazioni — tra giardini sospesi, rovine meccaniche e città vive di simbolismi — sono il vero fiore all’occhiello dell’esperienza. Ogni bioma sembra raccontare una propria storia, e il silenzio tra le rovine è spesso più evocativo di qualsiasi dialogo.
Combat system: un souls-like in chiave poetica
Il sistema di combattimento si ispira dichiaratamente ai soulslike, ma con un tocco più “narrativo” e meno punitivo. L’impianto base è solido: attacchi leggeri e pesanti, schivata, parata, stamina e colpi caricati. Ma ciò che distingue Bygone Dreams è l’approccio strategico che incoraggia la lettura dell’ambiente e dei nemici, grazie a un sistema di scansione che permette di analizzare punti deboli e affinità elementali dei mostri.

L’arsenale a disposizione include armi corpo a corpo, incantesimi e attacchi a distanza, ciascuno potenziabile e legato a uno specifico stile di gioco. La possibilità di combinare questi approcci regala una buona libertà al giocatore, anche se il feeling dei colpi non è ancora del tutto rifinito: le animazioni risultano a tratti legnose, specialmente nei combattimenti ravvicinati.
Esplorazione non lineare e puzzle ambientali
Bygone Dreams incoraggia l’esplorazione libera, strutturando il mondo come un mosaico di hub interconnessi da portali dimensionali. Questa struttura consente approcci differenti, ma può anche creare disorientamento, soprattutto nelle prime ore. Alcune aree accessibili troppo presto rischiano di mettere i giocatori meno esperti di fronte a nemici e boss troppo impegnativi.
Non mancano sezioni platform e puzzle ambientali, ben integrati nella narrativa. In particolare, le fasi di “sincronizzazione onirica”, dove Wa deve riequilibrare sogni corrotti, rappresentano un’interessante variazione meccanica e tematica.
Progressione e crafting
L’aspetto RPG è presente ma non dominante. Il sistema di progressione si basa su punti raccolti durante l’esplorazione e il combattimento, investibili in abilità attive, resistenze e incantesimi. È presente anche un sistema di crafting basilare per pozioni e potenziamenti, utile ma secondario rispetto al cuore dell’esperienza: la narrazione visiva e l’esplorazione.

Narrazione frammentaria, ma evocativa
La storia è raccontata per frammenti: visioni, simboli, architetture parlanti. Non aspettarti lunghi dialoghi o cutscene esplicative: Bygone Dreams predilige una narrazione implicita, lasciando che il giocatore interpreti gli eventi attraverso ciò che vede e sente. Questo stile può risultare affascinante per chi ama l’enigmatico, ma frustrante per chi cerca una trama lineare e guidata.
Tecnica e direzione artistica
Dal punto di vista tecnico, il titolo si difende bene, ma non è esente da problemi: piccoli bug visivi, sporadico clipping e frame rate non sempre stabile in ambienti più ricchi di effetti. Tuttavia, la direzione artistica riesce quasi sempre a far dimenticare queste incertezze: ogni fotogramma sembra una tavola illustrata, con palette cromatiche che variano in base allo stato d’animo della zona esplorata.
Boss fight: il cuore della tensione
Le boss fight sono autentici momenti clou. Ogni avversario maggiore presenta meccaniche uniche, pattern complessi e spesso mutazioni nella seconda fase del combattimento. In modalità Heroic, alcune battaglie diventano veri e propri scontri coreografici, dove leggere i segnali dell’avversario e reagire con tempismo diventa essenziale.
Conclusione – Un sogno ambizioso con ancora qualche incubo da domare
Bygone Dreams è un’opera prima che dimostra grande ambizione e visione artistica. Nonostante alcuni difetti legati alla fluidità del combat e alla leggibilità del level design, il gioco emerge come un’esperienza diversa dal solito: più che una semplice avventura, è un viaggio simbolico nei territori dell’inconscio.