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The House of Da Vinci: Recensione

Nel panorama dei puzzle game narrativi, pochi titoli riescono a lasciare un segno profondo quanto The House of Da Vinci. Sviluppato dallo studio indipendente slovacco Blue Brain Games e pubblicato nel 2017, questo titolo punta a conquistare gli appassionati di enigmi, storia e mistero con un mix affascinante di elementi rinascimentali, atmosfere alla The Room e una struttura punta e clicca rifinita con estrema cura. Concepito come il primo capitolo di una trilogia, The House of Da Vinci getta le basi di un’avventura intrigante ambientata nell’Italia del XVI secolo, in cui la mente del giocatore è l’arma più affilata.

Un incipit misterioso nel cuore del Rinascimento

La narrazione di The House of Da Vinci si apre con una lettera inaspettata: il protagonista, un apprendista anonimo, scopre che il suo mentore Leonardo da Vinci è scomparso senza lasciare traccia. Toccherà a noi rintracciarne le orme, esplorando ambienti carichi di segreti, studi pieni di marchingegni e stanze traboccanti di congegni ispirati alle invenzioni reali del genio toscano. Il tutto è raccontato con uno stile sobrio ma evocativo, privo di dialoghi parlati ma arricchito da documenti scritti, elementi ambientali e sequenze visive che spingono il giocatore a farsi domande, ad osservare attentamente e a ricostruire i fatti pezzo dopo pezzo.

Quello che colpisce fin da subito è la coerenza storica e stilistica. Ogni oggetto, ogni dettaglio architettonico e meccanico, è filtrato attraverso un’estetica ispirata all’Italia rinascimentale, ma reinterpretata con un tocco steampunk. Nonostante la mancanza di una narrazione esplicita o di personaggi con cui interagire direttamente, l’immersione nel mondo di gioco è totale: la sensazione di trovarsi davvero all’interno della bottega di Leonardo è tangibile e coinvolgente.

Gameplay: il fascino del punta e clicca rinato in 3D

Alla base dell’esperienza ludica di The House of Da Vinci troviamo una formula di gioco che si rifà ai classici del punta e clicca, ma riadattata in chiave moderna e tridimensionale. Il giocatore esplora ambienti chiusi, inquadrati in prima persona, interagendo con oggetti, dispositivi e meccanismi attraverso un’interfaccia intuitiva e reattiva. Il movimento non è libero, bensì basato su punti d’interazione predefiniti: si clicca su una parte dello scenario per avvicinarsi, si ruota lo sguardo, si esamina un oggetto, si manipolano ingranaggi o si attivano leve. Questo sistema consente una navigazione ordinata e cinematografica, ideale per mantenere l’attenzione sugli enigmi.

Il ritmo è volutamente lento e riflessivo, perfetto per chi ama prendersi il tempo necessario per osservare, dedurre e sperimentare. Non ci sono timer o punteggi: l’intera esperienza è costruita sull’atmosfera e sul ragionamento logico. Tuttavia, la scelta di adottare un movimento vincolato a punti fissi può risultare un po’ rigida per i giocatori abituati a una libertà maggiore, soprattutto nelle prime fasi. Una volta assimilato il sistema, però, l’immersione è totale.

Gli enigmi: ingegno meccanico e intuizione visiva

Il cuore pulsante di The House of Da Vinci è la sua serie di enigmi, e in questo senso il titolo si distingue in modo eccellente. Ogni puzzle è un piccolo capolavoro di ingegneria: ci troviamo a dover aprire serrature complesse, manipolare meccanismi a incastro, ricomporre strutture, ruotare elementi tridimensionali, usare chiavi a forma variabile, combinare strumenti ottici e tanto altro.

Ciò che rende davvero soddisfacente la risoluzione dei puzzle è il modo in cui sono integrati nell’ambiente. Non esistono enigmi “estranei” alla narrazione: ogni rompicapo è parte integrante dello scenario, contestualizzato nella storia e visivamente coerente con l’estetica rinascimentale. Inoltre, il gioco introduce due strumenti fondamentali che ampliano le possibilità di interazione:

Questi elementi aggiungono varietà e profondità alla risoluzione degli enigmi, dando una sensazione di scoperta e potere analitico che pochi altri puzzle game riescono a replicare.

Dal punto di vista della difficoltà, il gioco offre una curva ben bilanciata. Gli enigmi iniziali sono semplici e introduttivi, pensati per familiarizzare il giocatore con le meccaniche. Col passare del tempo, però, la complessità aumenta sensibilmente, senza mai risultare frustrante. La maggior parte delle soluzioni richiede osservazione, pazienza e pensiero laterale, ma sono sempre logiche e gratificanti. È disponibile anche un sistema di suggerimenti opzionale, che può essere attivato per aiutare nei momenti di stallo senza rovinare l’esperienza.

Grafica e direzione artistica: un Rinascimento ricostruito

Dal punto di vista visivo, The House of Da Vinci sorprende per la qualità della sua direzione artistica. Pur non potendo competere con i tripla A in termini di dettagli grafici, il titolo riesce a creare ambienti estremamente suggestivi, grazie a una palette cromatica calda e a un lavoro di modellazione degli oggetti finemente dettagliato. Le texture in legno, ferro, marmo e cuoio sono convincenti, e ogni ambiente sembra realmente abitato, funzionale, vissuto.

Il lavoro compiuto sulle animazioni dei meccanismi è particolarmente notevole: vedere ingranaggi che si incastrano, botole che si aprono, oggetti che si trasformano sotto i nostri occhi è parte integrante del piacere di gioco. Si percepisce chiaramente la passione degli sviluppatori per l’ingegneria leonardesca e per l’artigianato d’epoca, che emerge nella cura maniacale riservata a ogni dettaglio.

Anche l’interfaccia utente è minimalista ma elegante: gli elementi grafici non invadono mai lo schermo, lasciando che sia l’ambiente a parlare e guidare l’attenzione del giocatore.

Longevità e progressione

La durata complessiva del gioco si aggira tra le 6 e le 8 ore, a seconda della dimestichezza del giocatore con i puzzle e del ricorso ai suggerimenti. La suddivisione in capitoli – ciascuno ambientato in una stanza o edificio specifico – conferisce all’esperienza una struttura episodica ben scandita, che favorisce la progressione narrativa.

La mancanza di finali multipli o rigiocabilità vera e propria è compensata dalla densità dell’esperienza: ogni enigma è unico, e l’impatto visivo-emotivo delle ambientazioni resta impresso anche dopo aver completato il gioco.
Gli Achievement su Steam sono ridotti e si basano all’esplorazione minuziosa delle varie schermate di gioco per trovare segreti ed easter egg che puntano proprio all’ottenimento dell’obiettivo.

Aspettative per la trilogia: un primo passo promettente

Uno degli aspetti più interessanti di The House of Da Vinci è la sua natura di primo capitolo di una trilogia. Sebbene l’avventura abbia una sua chiusura narrativa, molte domande restano aperte, e il mistero attorno alla scomparsa di Leonardo non trova ancora una risposta definitiva. Questo lascia spazio per ulteriori sviluppi e approfondimenti, che saranno esplorati nei due titoli successivi: The House of Da Vinci 2 e The House of Da Vinci 3.

Il primo capitolo pone quindi solide fondamenta, offrendo un’esperienza coinvolgente e ben strutturata, ma lasciando margine di crescita in termini di varietà ambientale, narrazione e libertà d’interazione. Se i sequel riusciranno ad ampliare l’universo di gioco e ad affinare ulteriormente la formula, ci troviamo di fronte a una delle serie puzzle più riuscite degli ultimi anni.

Conclusioni: un’opera d’ingegno che affascina e conquista

The House of Da Vinci è un viaggio affascinante nel cuore del Rinascimento, un puzzle game che coniuga storia, arte e logica in un’esperienza profondamente immersiva. Con una struttura punta e clicca aggiornata al linguaggio videoludico moderno, enigmi ben costruiti e un’atmosfera evocativa, il gioco si rivolge a tutti coloro che cercano un’avventura cerebrale, priva di azione frenetica ma ricca di tensione intellettuale.

Nonostante alcune rigidità nei movimenti e un sistema narrativo essenziale, il gioco conquista grazie alla sua coerenza stilistica, all’ingegno dei puzzle e alla passione che traspare da ogni ambiente. È un tributo riuscito alla figura di Leonardo da Vinci, che ne esce non come semplice icona culturale, ma come simbolo di un modo di pensare, indagare e creare.

Con i suoi sequel già disponibili, The House of Da Vinci rappresenta l’inizio di un viaggio che promette meraviglia, mistero e sfida mentale. E per chi ama gli enigmi, questo è solo l’inizio di una grande opera d’ingegno.

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